Oms-Fao, rischio di influenza aviaria per l'uomo resta basso
Da aprile a luglio 16 nuovi casi e 7 decessi
Il rischio legato all'influenza aviaria per l'uomo resta basso, nonostante negli ultimi 4 mesi nel mondo si siano verificati 16 nuovi casi nell'uomo e 7 decessi. È la conclusione dell'ultima valutazione delle agenzie sanitarie internazionali sul rischio legato all'influenza aviaria. "Al momento, sulla base delle informazioni disponibili, Fao, Oms e Organizzazione mondiale per la salute animale valutano basso il rischio globale per la salute pubblica globale dovuto ai virus dell'influenza A/H5; mentre il rischio di infezione per le persone esposte per motivi professionali" è "da basso a moderato", si legge nel rapporto. La trasmissione tra gli animali continua. In particolare, tra marzo e luglio sono stati registrati 807 focolai di influenza A/H5N1: 268 nel pollame, 389 in uccelli selvatici e 92 in mammiferi. In Cambogia, 9 dei 14 focolai si sono verificati in pollame che si trovava nelle vicinanze di persone che poi hanno contratto l'infezione. Quanto ai contagi nell'uomo, nell'ultimo periodo si è registrato un numero crescente "seppur limitato" di infezioni. Nello specifico, tra aprile e luglio, sono stati confermati 16 nuovi casi nell'uomo: 9 in Cambogia; 2 rispettivamente in Bangladesh e India, 1 in Cina, Messico e Vietnam. Sette di loro sono morti. Per tutti i casi, salvo che per 2, è stata confermato come fonte del contagio l'esposizione ad animali infetti. Non è stata riscontrata la trasmissione da uomo a uomo. Nonostante il rischio sia considerato basso, "il potenziale pandemico di questi virus richiede una maggiore vigilanza", conclude il rapporto. È "essenziale che gli allevatori migliorino la biosicurezza nelle loro aziende agricole e i governi concentrino gli sforzi sul rafforzamento della sorveglianza nelle popolazioni animali suscettibili e nelle persone esposte ad animali infetti".
V.al-Omran--BT