Tumore vescica, cerotto medicato interno cambia approccio cure
Ist. Regina Elena,risposte in 82% pazienti con nuovo dispositivo
Un innovativo cerotto medicato interno per il trattamento del tumore alla vescica promette di cambiare l'approccio terapeutico. Posizionato nella vescica, Il dispositivo Tar-200 è in grado di rilasciare lentamente e in modo continuo il farmaco chemioterapico gemcitabina direttamente sulla zona colpita dal tumore, con un tasso di risposta completa dell'82% nei pazienti con carcinoma uroteliale ad alto rischio, non muscolo invasivo, non più responsivi all'immunoterapico Bcg. Lo dimostra lo studio SunRISe, pubblicato sul Journal of Clinical Oncology e coordinato dall'University of Southern California, che ha coinvolto 142 centri in 14 Paesi, con l'Ire, Istituto Regina Elena, primo centro per numero di pazienti arruolati a livello mondiale. Le risposte al trattamento sono state rapide e durature e il dispositivo è risultato ben tollerato, consentendo alla maggior parte dei pazienti di evitare o rimandare la cistectomia, l'intervento chirurgico più invasivo che comporta la rimozione della vescica. Per capire la novità del dispositivo, basta pensare alle terapie tradizionali: il farmaco resta nella vescica solo per breve tempo, "come svuotare un secchio d'acqua tutto in una volta". Tar-200, invece, lavora come un "innaffiatoio a goccia", distribuendo la gemcitabina in modo costante e mirato e mantenendo la terapia attiva per settimane. "Questi risultati rappresentano un passo avanti decisivo verso terapie innovative, meno invasive e più tollerabili per i nostri pazienti - spiega Giuseppe Simone, direttore della Uoc di Urologia Ire. - L'esperienza maturata all'interno dello studio SunRISe-1 conferma la posizione di leadership dell'Istituto nell'ambito dell'urologia oncologica". Oltre allo studio, anche l'avvio del Programma di Uro-Oncologia, sostenuto dalla Direzione Scientifica Ire attraverso i fondi del 5x1000. "La ricerca è la forma più concreta di restituzione alla comunità - commenta Giovanni Blandino, Direttore Scientifico facente funzioni dell'Ire. - L'istituzione del Programma di Uro-Oncologia, finanziato dal 5x1000, dimostra come la fiducia dei cittadini si traduca in nuove opportunità di cura". Per Livio De Angelis, Direttore Generale Ifo, "l'Ire si conferma un centro di eccellenza capace di attrarre collaborazioni internazionali e di trasformare i risultati della ricerca in prospettive concrete per i pazienti".
G.al-Sharif--BT