

L'albergo dei Migliori, quando la bellezza è accoglienza
Docu presentato alla Festa del Cinema di Roma
Fabrizio insegnava musica, Emilia con i suoi 85 anni è la decana del gruppo, Giovanni sognava di fare le sfilate di moda e poi è finito a cantare per le piazze di Roma, Mauro per 10 anni ha trasformato la sua macchina nella sua casa. Violetta racconta di una vita in Belgio, di un marito amato, dei suoi figli, Daniele a 13 anni contrabbandava sigarette, a 17 era un uomo d'onore e un killer della camorra. E Alfredo è un pittore e uno scultore guatemalteco che ha viaggiato tra Messico, Stati Uniti, Italia. Tutti loro ad un certo punto sono finiti a vivere per strada: oggi sono tra gli ospiti di Palazzo Migliori, una casa nobiliare del Settecento, destinata a diventare un albergo di lusso con gli affreschi, le terrazze e gli affacci direttamente sul colonnato di San Pietro e donata invece da papa Francesco nel 2019 per diventare sì un albergo, ma per i poveri, gestito dalla Comunità di Sant'Egidio. Ogni sera dà ospitalità a 45 persone in difficoltà. Le storie di un'umanità spesso dimenticata o ignorata, il mondo che ruota intorno a Palazzo Migliori, l'impegno dei volontari sono raccontati nel documentario L'albergo dei Migliori, diretto da Massimo Franchi con la collaborazione di alcuni docenti e studenti dell'istituto Roberto Rossellini di Roma e presentato al MAXXI, nell'ambito della Festa del Cinema del Roma. Una realtà silenziosa, ma straordinaria dove si incrociano i destini di tanti. Un rifugio che restituisce dignità a chi l'ha perduta. Il racconto si sviluppa attraverso le voci di chi ci abita, di chi lo anima ogni giorno, attraverso gli sguardi, i silenzi e i piccoli gesti di una quotidianità fragile e potente. "Non va bene, ma non va neanche male", racconta uno degli ospiti, mentre il sole tramonta alle sue spalle sulla cupola di San Pietro, perché come dice Marco, il custode, "questo non è un dormitorio, è una casa. Si cena come a casa". E una casa, vera, è il traguardo da raggiungere. "Il nostro primo obiettivo è toglierli dalla strada, soprattutto i più anziani, che fanno più fatica, per poter dare loro un'altra prospettiva", racconta Carlo Santoro, responsabile di Palazzo Migliori. Come è accaduto a Romano, ex ospite per due anni e mezzi che oggi ha ottenuto una casa popolare nel quartiere di San Basilio sempre nella capitale, "ma ogni tanto torno a palazzo Migliori per cenare con i miei amici". Perché la vera povertà spesso è proprio la solitudine.
M.al-Khalaf--BT